ZEDDA A VIDEOLINA: ATTENTI AL PICCIONE

POST 043 ZEDDA A VIDEOLINA ATTENTI AL PICCIONEPurtroppo ho già pubblicato il post sull’intervista di Lilli Gruber a Pizzarotti, così rischio di ripetermi. Peccato.

Sia come sia.

Dopo diciotto mesi di amministrazione, Zedda si sottopone all’immane fatica di recarsi a Videolina per rispondere alle domande di un pugno di giornalisti. Questi, da parte loro, si sforzano di dimostrare come la crisi profonda dell’informazione sia tutt’altro che uno stereotipo. Bella contrapposizione: da una parte un amministratore – e ottimo politico – che ripete ossessivamente, in ogni occasione, come i problemi di Cagliari siano il lavoro e la crisi profonda in cui versa la società; dall’altra il manipolo di persone che dovrebbe rappresentare il “quarto potere” e non riesce ad articolare domande decenti per cercare, come si dovrebbe per ruolo istituzionale, di pungolare il sindaco.

Per provare ci provano, ma di fronte a una persona che cita a memoria numeri precisi e attività comprovate, che parla di persone stremate dalla mancanza di lavoro e prospettive, è difficile battere la strada insulsa dei quattrini allo spettacolo e del Lirico che si lamenta. Come nel caso di Gruber e éPizzarotti, infatti, le risposte non solo arrivano, puntuali e senza esitazioni, ma sono anche impietose, perché il sindaco pone di fronte agli intervistatori il fatto incontestabile che, nonostante i drammatici tagli alla spesa operati dal governo, l’amministrazione non ha ridotto di un solo euro la dotazione per lo spettacolo (quello che qualcuno chiama “cultura”), riuscendo, soprattutto, a non ridurre le dotazioni per i servizi sociali. Come dire: diamo la priorità agli asili o leviamo i soldi agli asili per darli alla kultura?

E il Lirico? Zedda non si nasconde: rivendica il fatto di aver contribuito fattivamente ad evitare il disastro, ricorda che quando è arrivato non si pagavano gli stipendi ed ora sì, sottolinea che un sindaco ascolta tutti e poi decide, altrimenti che sindaco è, infine afferma, senza mezze parole, come la scelta della Crivellenti sia stata determinata dalla necessità di avere alla guida del Lirico una persona di fiducia; punto! Serve altro?

La realtà, sconcertante, della lunga intervista a più mani è che dei pretesi giornalisti, posti di fronte alla necessità di intervistare il sindaco di una città problematica come Cagliari, si ritrovino a porre una sola domanda (della giornalista RAI) una sola, sul tema del lavoro, questo sì impellente e del quale pochi sembrano rendersi conto. Il resto? L’ippodromo, la sistemazione dell’Ospedale Marino, una sequela di poderose cazzate che dovrebbero far vergognare dei professionisti retribuiti per “informare” che dimostrano prima di tutto, di non essere informati.

Un esempio eclatante? Il Cabasino in gilet, che non contento della figuraccia rimediata con l’Ospedale Marino (che non è di proprietà del Comune!), si cimenta in una sciocchezza poderosa sullo stadio della Juventus, ricavandone una seconda smurrata di non poco conto: La Juventus, per lo stadio, ha sborsato una paccata di quattrini: perché Cellino dovrebbe avere il Sant’Elia gratis? – gli chiede il sindaco. Già: perché?

La verità nuda – e crudissima, ahimè – emersa dal programma di VIdeolina è l’enorme distacco dei giornalisti dalla realtà cittadina. Lo si vedeva dalla faccia furba come quella di una marmotta della giornalista perfettamente fardata e dotata di occhialino trendy che continuava a menarla con la kultura, mentre il sindaco le rispondeva (secondo me godendo come un riccio) che c’è gente costretta a mangiare alla Caritas, e quella dai ancora col Lirico, e Zedda a rispondere che se il problema della città è il Lirico, allora Cagliari non ha problemi. Non sarà sfuggito il risolino sardonico (quello degli sherdanu) di Zedda quando ha detto, molto tranquillamente, che trovandosi in una posizione di forza vorrebbe comporre il dissidio generato dall’affaire del Lirico, piuttosto che asfaltare coloro che ancora continuano a pensare di poter andare avanti nell’usare l’Ente per i propri porci comodi.

In conclusione, la disoccupazione è ai massimi storici, le prospettive sono nerissime, e c’è l’occhialino trendy che ammicca al Lirico. mentre Robertino Paracchini – che nostalgia ricordalro ragazzino, sui pattini, nel cortilone delle case INCIS di via dante – si preoccupa del Poetto, salotto della città!

Più che preoccuparci del sindaco, noi cagliaritani dovremmo domandarci a che diamine servano giornalisti come quelli presenti ieri negli studi di Videolina: se sono questi i professionisti dell’informazione, sarà bene cominciare a fare da soli. Non è certo un caso se i quotidiani locali (o meglio “il” quotidiano, perché La Nuova è tutto fuorché una testata locale) stanno finendo nel cesso uno dopo l’altro, senza tropi rimpianti.

E non sono neppure stati capaci di andare al rendez-vous con Zedda dotati di ampio ombrello, sicché il Sindaco Piccione, andato a Videolina per essere impallinato, li ha bombardati tutti dall’alto. Chi ha subito meno danni è stato Robertino, che con un colpo di fazzoletto ha risolto rapidamente il problema: chi aveva i capelli lunghi, al contrario, dovrà passare dalla pettinatrice, ma non sarà certo un problema: a giudicare dalla conoscenza che hanno della realtà cittadina, non fanno altro tutto il santo giorno.

 

Nota finale. Un infiltrato tra i Lavoratori del Lirico e i simpatizzanti mi ha mandato una mail segretissima e lo ringrazio sentitamente. Mi ha detto che erano tutti lì: aspettavano il sindaco al varco. C’era il cantante che si lustrava la pelata con la vaselina, la cazzuola in mano per ricostruire dalle macerie, il professore d’orchestra che inarcava il regale sopracciglio, la corista sessualmente appagata che informava i colleghi di averne fatte dodici prima delle 21:00, per portarsi avanti col lavoro e i poveri sfigati che rischiano di perdere i padrini. Tutti in attesa della défaillance di Massi. Aspetta che ti aspetto, la trasmissione è finita e neppure se ne sono resi conto, se non fosse che c’era qualcosa che colava nel colletti della camicie e negli eleganti décolleté. No, cosa fosse non ve lo dico, lo lascio all’immaginazione dei quattro lettori del blogghino. Per fortuna il prezzo del guano è in forte ascesa: i “Lavoratori del Lirico&C, sindacati compresi, ne trarranno un sicuro beneficio. In tempi come questi, vai a sputarci sopra!

 

Gabriele Ainis

gabriele.ainis@virgilio.it

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19 risposte a ZEDDA A VIDEOLINA: ATTENTI AL PICCIONE

  1. Hybris ha detto:

    Egregio Ainis, mi scuso per non avevo capito che lei fosse un altissimo esponente della corrente di ritualità junghiana, pensi mi ero convinta fosse soltanto uno sciocco e vanitoso avventore della locanda “all’ammiraglio Benbow”, sempre pronto a sproloquiare insieme ai suoi compari Pew, Flint, Cane Nero, tra una ale e uno sputacchio di tabacco. Ammazzando il tempo, come si dice, quando non si ha altro da fare nella vita. E invece eccola arrembare sulla poiesis dell’anima, e richiamare la nostra attenzione su questa presenza dell’anima, interna al corpo, ed espansa in modo a-spaziale e a-temporale nell’universo dove coesistono lei e i teatri, lei e gli altri. Ma si è mai reso conto che l’anima non è una “meità”, che non appartiene solo all’Io cosciente, che vorrebbe esserne proprietario assoluto, perchè è attraversata e posseduta da forze archetipe, da entità psichiche collettive e traspersonali? E’ come se lei guardasse la vita dal buco della chiave, e della realtà ne scoprisse solo un frammento al giorno, a seconda dell’angolo del suo occhio sul piano della serratura, traendo però tale meraviglia (J.Hillman) da questa scoperta da considerarla unica, assoluta e appartenente solo a lei, che ne potrà quindi disporre a piacimento. In maniera cioè fintamente altruistica, essendo in realtà prodotto del suo egoismo e dell’archetipo che lo nutre. Se sente davvero, come mi sembra di vedere, il bisogno di una introspezione laica, affronti l’argomento anche su queste pagine, e vedrà che allora si farà “anima” tutti insieme. Mi stia bene.

    • Gabriele Ainis ha detto:

      Gentile Hybris,
      ma non ha nulla di meglio da fare?
      Cordialmente,

    • Angelo ha detto:

      uffa.. hybris! non c’era bisogno della solita supercazzola!

      • Hybris ha detto:

        Vede, caro Angelo, Ainis, in quanto tenutario di questo blog, ha tuti i diritti di scrivere qualunque castroniera gli venga in mente. Ma siccome lui ha imperversato sul blog di Vito Biochini sparando con spocchia boriosa, autoreferenziale e quasi intimidatoria sulle intelligenze altrui, quasi lui fosse l’unto del signore e gli altri dei cerebrolesi, mi sono autonominata Ainis pan per focaccia, e farò al suo blog quello che lui ha inteso fare con quello di Vito. Che se poi lui non se fa un problema è solo colpa sua. Che nessuno ormai lo caghi più, neppure i sodali di un tempo, dovrebbe dirgli qualcosa. Ma lui imperterrito non fa una piega, mentre dovrebbe guardare dentro sè, perchè se io fossi lui e dovessi guardarmi allo specchio mi imbarazzerei di fronte alla visione di una merda così contenta di sè, convinta di smuovere le montagne mentre Cagliari ride di lui. Salutoni.

        • Gabriele Ainis ha detto:

          Gentile Hybris,
          i coglionazzi che aumentano i contatti sono sempre i benvenuti.
          Cordialmente,

          • Angelo ha detto:

            1solo Ainis è meglio di 10 biolchini…salutoni

            • Angelo ha detto:

              aggiungo: non so di chi rida cagliari ma è certo che l’italia e l’europa dei lavoratori del lirico non si cura affatto.. anzi… ritiene siano il problema della morte dei teatro. non è un caso che mortier e pereira abbiano posto come condizione per anche solo valutare l’ipotesi di accettare un incarico in Scala di non essere ostacolati dai sindacati nel rilancio… fate un po’ voi..

  2. Angelo ha detto:

    Adorabile Ainis! e non è ironico!

  3. Anonimo0 ha detto:

    Premessa: sarà un post pallosissimo (libero di cestinarlo o ingiuriarmi in reply)
    Ognuno ha i suoi amori (qualcuno no, ma lasciamo perdere la categoria degli stitici di emozione o quella degli sfigati) e i suoi nemici, ed è libero di scegliere chi cazzo vuole. Non c’è storia, punto. Che lei sia ammirato, diciamo così, della grandezza politica di Massimo Zedda è cosa nota e che lei stesso ribadisce spesso. E anche questo sono cazzi suoi, ovviamente. Ma stavolta leggendola mi ha fatto venire certi passaggi svenevoli dei “Frammenti di un discorso amoroso” di Roland Barthes. Non per il commento godereccio che ha fatto di alcuni momenti della serata a Biddiolina, non per lo sguardo greve e l’offerta continua di “ombrellone contra merda” ai lavoratori del Lirico, quanto per la sottolineatura della sottolineatura che il sindico ha espresso sulla crisi economica.
    Ora, che il mondo (insieme a Cagliari, e non è di poco conto..) sia in crisi economica e finanziaria lo sanno anche i piccioni che svolazzano ansiosi di sganciare le proprie munizioni, e dunque non è il caso di rimarcarlo. Quello che fa specie è invece ciò che noto nella strumentale offerta retorica di questo argomento da parte di un cittadino (il primo cittadino) che ha delle responsabilità istituzionali precise verso la collettività (accompagnato dai suoi boys and girls legittimamente con i propri culi sugli scranni, ovviamente..).
    Le responsabilità si rintracciano spesso nei numeri: d. lgs 1998, n.114; DPR 1977 n. 616 e l. 1971, n. 426; l. 1971, n. 426; d.lgs. 1998, n. 112; l. 2001, n. 7; DPR 616 del 1977; d.lgs. 1998, n. 112; DPR 2000, n. 440; DPR 1998, n. 447; l. 1983, n. 217; l. 2001, n. 135; DPR 1977, n. 616.
    Lo so, merito di essere mandato a fare in culo o essere preso per il culo.. Cerco di non annoiare oltre ed andare al sodo. Tutti i dispositivi che ho avuto la pazienza di ricordare ed incollare definiscono gli ambiti di competenza delle amministrazioni comunali in ordine alle dimensioni della vita economica e lavorativa dei cittadini (ne mancano alcuni ma, si fidi, il grumo concettuale del discorso è salvo). Quando Zedda rimarca le difficoltà economiche in cui versano i cagliaritani (che poi lo faccia in oppositio ai discorsi sul Lirico è un altro discorso e non lo voglio affrontare) dovrebbe avere l’onestà intellettuale (quella politica è altra bistecca) di rimarcare un fatto molto elementare: lui non può un cazzo contro la gravità della crisi economica, molto semplicemente perché tutti gli strumenti di intervento su base locale – prioritariamente in ordine al commercio, turismo e all’artigianato (molto meno su industria, agricoltura e soprattutto lavoro, dove le competenze forti sono in mano all’ente provinciale) – sono armi spuntate e non possono sollevare alcunché del welfare economico di segmenti importanti dei residenti. Può fare moltissimo sui trasporti, sulla cultura, sull’istruzione, sulla partecipazione, sulle dimensioni immobiliari, sulla sicurezza, sui servizi alla persona, prima di tutto quelli sociali. Ma sul nodo centrale da sciogliere a livello economico ha poche armi e anche spuntate: la storia dei cantieri e l’affanno alla stabilizzazione dei precari spiegano molto di questi limiti d’azione. Arrivassero le olimpiadi come a Torino, another story. Ma qui non nevica mai…

    Ps. Concordo invece pienamente sulle sforzo da affrontare verso l’ispessimento delle strutture socio-educative. Proprio per l’importanza centrale he riveste per il futuro (oltre che per il presente) dei residenti, una delle prime rogne da prendere in mano sarebbe dovuta essere la situazione degli asili nido in città. Nel giro degli ultimi 10 anni l’amministrazione ha chiuso diversi asili pubblici (ne sono rimasti solo 3) esternalizzando il servizio ai privati (sono 18 gli asili privati in convenzione); è risuscita a deprimere l’altissima professionalità delle operatrici tuttora in causa legale con l’amministrazione per il mancato riconoscimento delle competenze nella gerarchia di ruolo. Ad oggi le operatrici portano spesso da casa il materiale didattico per continuare a garantire quel minimo di qualità dell’offerta educativa che il declino delle risorse pubbliche riesce invero a svilire. Ecco, magari si potrebbe passare dalle parole ai fatti in questi settori dove realmente la mano pubblica può.

    • Gabriele Ainis ha detto:

      Gentile Anonimo0,
      «lui non può un cazzo contro la gravità della crisi economica»
      Ha ragione da vendere (sebbene, avendo quattrini da spendere, qualcosa si potrebbe fare; poco, ma sempre meglio di nulla).
      Ciò detto (e premettendo che, come lei sottolinea, sono un estimatore del politico Zedda) è esattamente ciò che il sindaco ha detto e non per una sola volta. Per la verità, ed è questo il senso del mio post, erano i giornalisti (o ciò che sono) ad essere del tutto carenti. Ad esempio, piuttosto che fare una figura di cacca citando lo stadio della Juventus, Cabasino avrebbe potuto porre la questione che solleva lei!
      Quanto al Lirico, dal mio punto di vista rappresenta, ancora una volta, una buona metafora della miopia politica del mondo culturale. Poiché ritengo che la cultura, se coniugata decentemente, possa dare una mano alla comunità, ciò mi irrita. Tanto più se i “giornalisti” non sanno parlare d’altro che delle liti tra “artisti” e della loro isteria..
      Tuttavia, se da amministratore Zedda poco può contro la crisi (parlo del grave problema del lavoro in Sardegna) altro è l’uomo politico, per quanto aderente a un partito piccolo e sparuto. A parte i complimenti, non è la prima volta che dico che se davvero volesse fare un salto di qualità dovrebbe affrontare problemi più ampi, anche a seguito del consenso che è riuscito a coagulare. Ne ho parlato spesso, e sarebbe stata una domanda che mi sarebbe piaciuto porgli. Ma ci sarebbe voluto almeno un giornalista: ieri non ce n’era neppure uno. Dopo una trasmissione così di cosa vorrebbe parlare se non di piccioni cagoni? Sia serio, ajò.
      Cordialmente,

    • antonello ha detto:

      infatti ZEDDA è stato talmente lungimirante ad aver impedito la gestione dello Stadio S. Elia al Cagliari Calcio. Gran bella mossa per un sindaco che dovrebbe essere super partes

  4. Anonimo0 ha detto:

    Tanto serio da aver timore di essere palloso… (come da mio incipit di confessione). Che poi lei cerchi ancora di ancorare il culo (la testa o l’etica?) di qualsivoglia giornalista alla cultura è faccenda a me misteriosa. Insomma, senza ironia, io ci ho rinunciato da tempo: guardo questa categoria professionale (?) con molto sospetto e non mi aspetto più un cazzo da loro.. Le poche penne che rispetto sono o defunte o lontane dai contesti isolani.
    Semplicemente avevo un obiettivo critico diverso da suo. Non essendo ammirato da quello che lei (opzione rispettabilissima, per carità) ritiene un genio politico, ne sottolineavo alcuni lati tragicomici. Insomma, che senso ha sottolineare che il cielo è pieno di nuvole puntando il dito in alto se non si ha nessuna responsabilità del ciel coperto e non si dispone di alcun mezzo per far tornare il sereno ? A mio modo di vedere è uno dei molteplici stratagemmi retorici per spostare il cuore delle discussioni (come nel caso, già personalmente sottolineato, dei lavoratori di Alcoa vs lavoratori del Lirico. Ma su questo abbiamo opinioni distinte già confrontatesi e ho dichiarato di non volerci tornare).

    • Gabriele Ainis ha detto:

      Gentile Anonimo0,
      “genio politico” di certo no. Non per nulla affermo da tempo che dovrebbe mostrare più “politica” e meno piste ciclabili (utilissime, sia chiaro, a me piacciono). Tuttavia mi hanno insegnato che quando c’è sete si beve assieme alle pecore, senza fare troppo gli schizzinosi.
      Il Lirico è solo una faccenda di spartizioni. Quando si metteranno d’accordo sparirà. Poi, come dice il famoso intellettuale, ci sarà chi ha avuto e chi ha dato.
      … simo a Cagliari, paisà.
      Cordialmente,

      Dimenticavo: abbiamo gli intellettuali/giornalisti che ci meritiamo. Ciò non ci leva il sacrosanto diritto alla lamentela.

  5. Alberto ha detto:

    A(s)inis, meno male che c’è…

  6. gelone ha detto:

    A(s)inis, ho letto tutto il tuo post compresa la Nota Finale. A(s)inis, hai mai studiato un po’ di analisi logica e di sintassi? Ma che italiano usi? Così non fai un bel servizio neanche al tuo Massi…

    • alberto ha detto:

      Caro Gelone,
      Ainis attende ripetizioni da lei, è evidente!
      in compenso lui potrebbe darle lezioni di musica. Mi sembra uno scambio equo.
      Cordialità vivissime

  7. ittadinanta ha detto:

    Ad alcune persone dovrebbero evitare proprio di scrivere ..ma perché nn ti cerchi un altro hobby?che so? uncinetto,chiacchierini…sei un asino e per giunta ignorante..i porci comodi te li fai tu e qualcun altro ..

  8. Angelo ha detto:

    gentili gelone e ittadinanta,
    se voi suonaste il vostro strumento o cantaste con la vostra voce bene almeno quanto Ainis scrive, il teatro lirico avrebbe ottime possibilità di riemergere. Ma non è così. E invece di studiare per migliorare, perdete tempo a leggere i blog, insultando Ainis e lodando il pessimo biolchini che non ne azzecca una, così povere e malinformate sono le sue fonti. Fate i bravi, suvvia. E riprendete in mano i libri per l’esame di teoria e solfeggio.. serviranno!

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